Facendo tesoro di tali consigli, nel romanzo che sto scrivendo attualmente non solo rispetterò doverosamente le “quote rosa”, assegnando all’altra metà del cielo alcuni ruoli principali, ma riserverò uno spazio importante anche per l’Amore!
Non è con la menzogna che Satana ti inganna, ma con la verità.
“Invece”.
Se una parola poteva esprimere la cifra dell’esistenza di Giovanni sino a quel momento, quella parola doveva essere: “invece”.
Era un ragazzo mite e sano, abbastanza intelligente.
Avrebbe potuto con facilità continuare gli studi e realizzarsi in una più elevata posizione sociale, invece…
Claudia, che era stata la sua amichetta del cuore sin dalle scuole elementari, avrebbe potuto percorrere con lui quella strada che porta alla felicità di una coppia solida e innamorata, invece…
Ultimate le superiori, grazie ad un colpo di fortuna, Giovanni venne subito assunto nella fabbrica dove, prima di lui, aveva lavorato suo padre (probabilmente, il “colpo di fortuna” fu la rinuncia a parte della liquidazione, ceduta in cambio dell’assunzione del figlio).
Claudia (invece) si iscrisse al DAMS di Bologna.
Inizialmente, ella prendeva il treno tutte le mattine di buon’ora per poi tornare a pomeriggio inoltrato, dopo le lezioni.
Alla sera però, benché entrambi molto stanchi, i due non rinunciavano al piacere di passare insieme quel paio d’ore prima di andare a dormire.
In quei momenti, si concedevano l’uno ai sogni dell’altra e i loro progetti, entusiastici nella loro semplicità, proiettavano aspettative gioiose sul futuro della coppia.
Trascorso circa un anno, Claudia dovette cominciare a sostenere esami o seguire lezioni importanti e perciò, qualche volta, iniziò a fermarsi a Bologna per la notte.
<< Devo essere lucida… >> -diceva, << …non posso sobbarcarmi la stanchezza di tre viaggi in treno in poche ore. Io e altre due ragazze di Padova studiamo assieme e così ci fermiamo lì a dormire. >>.
<< Ovvio, Amore mio, però chiamami prima di andare a letto. >>.
Gli esami e le lezioni “importanti” divennero sempre più frequenti fino a che, una sera, in cui Claudia appariva particolarmente taciturna e stanca, Giovanni le chiese: << Claudia… >>.
<< Si? >>
<< Ma dov’è che dormite a Bologna? >>.
<< Ci ospita un compagno di corso che ha una casa che occupa lui solo. Uno simpatico, mezzo matto… vedessi che tipo! >>.
Giovanni quel tipo non lo vide mai.
Una volta, (invece) rivide Claudia.
Era un venerdì Santo e la vide attraversare il sagrato del Duomo, per accompagnare alla messa gli anziani genitori.
Da moltissimo tempo nessuno l’aveva più vista nel quartiere.
Da dietro, Giovanni fece per raggiungerla, e quando oramai stava per toccarle dolcemente una spalla per richiamarne l’attenzione, si accorse che il suo Amore -il suo primo e, sino a quel momento, unico Amore- teneva qualcosa tra le braccia, e non era un ramoscello d’ulivo.
Con gli anni, egli dimenticò lo sguardo di Claudia.
(Invece), non poté mai dimenticare gli occhi di quel neonato che lo fissavano, mentre lui, inebetito e immobile, attendeva che sparissero dentro alla chiesa, inghiottiti dal buio oltre al portone.
Come sempre, la domenica successiva venne la Pasqua.
A differenza del Salvatore, quell’Amore non risorse.
Così, quasi come gettare una sporta di calce su un cadavere nella fossa comune dei sentimenti, Giovanni sparse alcool in abbondanza sui miseri resti di quell’Amore deceduto.
Purtroppo, ciò non valse a coprire il fetore della decomposizione che aveva ammorbato l’immenso spazio vuoto rimasto nella sua vita.